Una serie di articoli raccoglie, per ogni partigiano caduto, i documenti e i materiali prodotti dagli alunni nell’ambito del progetto “La Memoria Salvata“.
La lapide si trova a Perloz capoluogo, nei pressi della cappella Saint Roch.
SONO ERNANDO VALLOMY ….. (racconto “in prima persona” utilizzato nell’evento- spettacolo del 22 aprile 2016)
“Sono Ernando Vallomy. Sono nato il 17 gennaio 1919 a Lillianes, ultimo di quattro fratelli. La mia vita è stata difficile fin dalla nascita perché la mia cara madre, Luigia, era morta di parto. Sono stato, quindi, accudito dalla zia paterna. Prima della guerra, ho sempre lavorato come falegname per mantenere le mie sorelle.
Il 25 aprile 1944, sono entrato nella Brigata Lys e ho scelto come nome di battaglia Pimpian.
Il 18 marzo del 1945, noi partigiani, appostati a Perloz, abbiamo combattuto una dura battaglia contro i nazifascisti che avevano preso posizione tra le rovine del Castello di Pont-Saint-Martin. Io, comandante di distaccamento, per proteggere i miei compagni, sparavo con un mitra, verso Rechantez, dove avevamo fatto saltare il ponte. È allora che sono stato colpito…”
BIOGRAFIA
Ernando Vallomy, ultimo di quattro fratelli, nacque il 17 gennaio 1919 a Lillianes.
La sua vita fu difficile fin dalla nascita perché la madre, Luigia, morì di parto e il padre, Ferdinando, che lavorava all’ILSSA Viola, era spesso assente. Insieme ai fratelli, fu quindi accudito dalla zia paterna, una donna gentile che non li sgridava mai, anche se la facevano arrabbiare spesso.
Da ragazzo, lavorava come falegname per mantenere le sorelle, infatti quando poteva mandava i soldi a casa.
Ernando, che come tutti i giovani della sua età aveva fatto il militare, non combatté mai con i fascisti perché, uscito dall’Accademia, entrò, il 25 aprile 1944, nella Brigata Lys, scegliendo come nomi di battaglia Smitt e Pimpian.
Il 18 marzo del 1945 la battaglia infuriava nella Valle del Lys: i partigiani erano appostati alla Madonna della Guardia, a Plan de Brun e al Ban, mentre i nazifascisti avevano preso posizione tra le rovine del Castello di Pont-Saint-Martin. Verso sera un colpo di artiglieria colpì una postazione della Brigata Lys. Ernando, comandante di distaccamento, fu tra i partigiani colpiti dai proiettili di un mortaio. Era, infatti, appostato con un mitra alla Cappella di San Rocco, a Perloz, e sparava contro i tedeschi verso Rechantez, quando una scheggia lo colpì all’addome. Riuscì a trascinarsi fino alle prime case del paese, dove fu soccorso dalla staffetta partigiana Rina Charles e nascosto.
Morì a Perloz il 20 marzo 1945, a soli 26 anni e a poche settimane dalla Liberazione.
Testimonianza di Lidia Vallomy raccolta da Sofia Vuillermoz e Agnese Gamba (classe 3C).
Notizie storiche tratte da : Albo d’oro della Resistenza valdostana – ricordo dei partigiani morti in Valle d’Aosta nella guerra di Liberazione; R. Nicco, La Resistenza in Valle d’Aosta; R. Nicco, La Resistenza nella Bassa Valle d’Aosta – organizzazione, vicende politiche e militari, problemi; S. Miniotti, Le tre bande partigiane di Perloz. III Brigata Lys 1943 – 1945 (Isonzo, Cappellin, Matteotti); M. Herera – G. Fragiacomo, Scarpe rotte…eppur bisogna andar
TESTO PANNELLO (sintesi biografia)
Ernando Vallomy nacque il 17 gennaio 1919 a Lillianes.
Come tutti i giovani della sua età aveva fatto il militare, ma non combatté mai con i fascisti perché, uscito dall’Accademia, entrò, il 25 aprile 1944, nella Brigata Lys, scegliendo come nomi di battaglia Smitt e Pimpian.
Il 18 marzo del 1945 la battaglia infuriava nella Valle del Lys: i partigiani erano appostati alla Madonna della Guardia, a Plan de Brun e al Ban, mentre i nazifascisti avevano preso posizione tra le rovine del Castello di Pont-Saint-Martin. Verso sera un colpo di artiglieria colpì una postazione della Brigata Lys. Ernando, comandante di distaccamento, fu tra i partigiani colpiti dai proiettili di un mortaio. Era, infatti, appostato con un mitra alla Cappella di San Rocco, a Perloz, e sparava contro i tedeschi verso Rechantez, quando una scheggia lo colpì all’addome. Riuscì a trascinarsi fino alle prime case del paese, dove fu soccorso da una staffetta partigiana e nascosto.
Morì a Perloz il 20 marzo 1945, a soli 26 anni e a poche settimane dalla Liberazione.